venerdì 17 aprile 2015

Xylella fastidiosa et in pecunia donum

Xylella fastidiosa, analisi necessità e vie percorribili per comprendere, sanare e creare nuova occupazione.
 


In Puglia questo albero ha storia millenaria e ancor oggi sopravvivono ulivi piantati da antichi popoli insediatisi nelle nostre terre. La più grande Regione europea produttrice di olio, qual’è la Puglia, è caratterizzata dalla presenza di innumerevoli ulivi centenari e millenari, testimoni di storia e cultura antiche, autentici monumenti scolpiti dalle pazienti mani del tempo e dall’inimitabile arte della natura: monumenti più antichi del Partenone di Atene, del Colosseo di Roma, della Basilica di San Nicola di Bari, del Mosaico pavimentale di Otranto, dei castelli federiciani. Monumenti viventi che continuano a "parlare" all’uomo e ad offrire ancora oggi uno dei più preziosi alimenti umani: l’olio di oliva, vero "oro" della Puglia.

 

La normativa europea attuale "non consente un indennizzo degli agricoltori per l'abbattimento degli alberi colpiti" aveva riferito all’Ansa una fonte della Commissione europea, secondo la quale nel caso in cui venisse confermato il Piano di rimozione degli olivi malati "Bisognerebbe rivedere la legislazione sulla copertura delle perdite finanziarie a lungo termine".

Nella lettera scritta nei giorni scorsi dal presidente Nichi Vendola al primo ministro Matteo Renzi si chiede un rafforzamento del ruolo politico dell'Italia su questa vicenda per contrastare interessi economici contrapposti di altri Stati membri".

 


ESPOSIZIONE DEL PROBLEMA
L’allarme europeo di quarantena da Xylella fastidiosa viene lanciato dalla Regione Puglia, certa che il disseccamento rapido degli ulivi nella Regione sia causato dal batterio e che tale batterio possa quindi diffondersi altrove sul continente. La Commissione Europea, di conseguenza, lancia un allarme da quarantena nonostante l’EFSA (European Food Security Agency) si fosse già espressa in maniera molto mitigata sulla questione. Il pressing che viene però dall’Italia è molto forte e convinto, e quindi si adotta la misura di quarantena.

Peacelink, per conto delle associazioni salentine riunite attorno all’Associazione Spazi Popolari, interviene in Commissione, apportando al dibattito le risultanze di ulteriori studi, che evidenziano come la Xylella potrebbe non essere la prima causa di malattia degli ulivi pugliesi, ma semplicemente una concausa o comunque un agente tra altri, riscontrato, dopo l’effettuazione di analisi, NON su tutti gli alberi affetti da disseccamento.

Studi realizzati dall’Università di Foggia, dall’Università della California nel 2014, pareri scientifici e diverse testimonianze in arrivo da numerose parti del mondo concordano nel sottolineare che la causa prima della malattia potrebbero essere i funghi. Il direttore dell’EFSA risponde a Peacelink con una lettera del 1 aprile 2015, dichiarando clamorosamente che ad EFSA non è mai stato chiesto uno studio sulla eziologia della malattia, quindi sul rapporto causa-effetto del disseccamento rapido degli ulivi.

Dopo l’intervento di Peacelink, la Commissione Europea ha invitato l’EFSA a fornire un ulteriore urgente parere sulla questione, al fine di discuterne al prossimo Consiglio Europeo Agricoltura e di prendere una decisione per fine aprile, quando si riunirà il Comitato sulla Salute delle Piante.

Quindi, ancora adesso, non ci sarebbe nessuna certezza scientifica sulla causa della malattia degli ulivi, come invece la Regione Puglia ha dichiarato sin dall’inizio e come sostengono le azioni che vengono messe di nuovo in campo da Regione stessa e Ministero.

Quello che appare singolare, di nuovo, è il fatto che Governo e Regione si apprestino a preparare un decreto legge per la dichiarazione dello stato di calamità naturale senza avere la certezza scientifica che si tratti di Xylella.

Ci sono state centinaia di voci che si sono levate, in queste settimane, contro l’abbattimento degli alberi, ma la Regione ha messo in campo un comportamento molto aggressivo, ottuso, chiuso nella propria decisione di continuare sulla strada dello sradicamento degli alberi.

Coldiretti, sin dall’inizio primo sostenitore della necessità dell’abbattimento immediato, in questi giorni ha sprecato parole durissime nei confronti della Francia, la quale ha bloccato l’importazione di poco più di un centinaio di piante dalla Puglia. Misura esagerata, dice Coldiretti, tuttavia "molto utile" per sostenere l’urgenza dello stato di calamità naturale.

La misura adottata dalla Francia è fuori dubbio eccessiva ma essa è conseguenza diretta dell’allarme lanciato dalla Regione Puglia e dal Ministero, che continuano a dichiarare urbi et orbi la pericolosità della Xylella per tutto il settore agricolo.

La Puglia, così facendo, si elimina da sola dal mercato mondiale, grazie alla miopia della propria classe politica e agli interessi spiccioli di una parte di essa che, probabilmente pressata dalla necessità di dover portare a casa un risultato propagandistico a fini elettorali (vedi prossime elezioni regionali del 31 maggio), si getta a capofitto in una storia dai contorni così tanto fumosi che la Magistratura di Lecce continua ad indagare a ritmo serrato.

E’ difficile immaginare che la Francia, per esempio, dichiarerebbe mai lo stato di calamità naturale nella regione del Bordeaux, laddove ci fosse un qualche rischio di patologia vegetale, mettendo a repentaglio le produzioni, l’esportazione, l’economia, il turismo, l’intero ecosistema di una regione ricca tanto quanto la nostra Puglia, pur di ottenere indennizzi e sussidi europei e nazionali.

La Puglia è un produttore strategico non solo di olio, ma anche di uva, agrumi, prodotti agroalimentari di diversa natura, frutta (mandorle, pesche, albicocche, gelsi, etc.), pomodori, piante aromatiche, cereali, piante ornamentali. Un fatturato annuo di circa 1.3 miliardi di euro.

Una ricchezza incredibile che dovrebbe esser difesa, protetta e non incautamente svenduta. Il danno all’immagine della regione è una ulteriore conseguenza gravissima di quanto accade: da diversi paesi europei, giungono testimonianze di preoccupazione per ciò che traspare della situazione. Sembra possa essere messa a rischio la stessa identità unica del Salento, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Ci si chiede come sia possibile affrontare sfide di questa portata in modo così malaccorto. Il danno produttivo, economico, non solo sul piano agroalimentare ma anche turistico, può diventare dirompente. La classe politica che si è trovata a gestire la questione avrebbe dovuto farlo cominciando dalla scienza e dalla terra.

Le misure di sostegno dovrebbero essere indirizzate alla ricerca, al rilancio dell’agricoltura biologica, alla garanzia del rispetto del paesaggio e dell’ecosistema della nostra Regione.

Coldiretti ha chiesto "un risoluto impegno di tutto il Parlamento italiano affinché sia resa possibile la dichiarazione di stato di calamità naturale nel Salento, dove sono a rischio 11 milioni di piante di ulivo".

Ma se davvero a Coldiretti interessa proteggere gli 11 milioni di ulivi, perché non si impegna affinché la cura che ha guarito già più di 500 di questi ulivi venga estesa a tutte le piante malate? Perché non si convoca con immediatezza un panel indipendente di ricercatori che possa non solo produrre un nuovo urgente avviso scientifico, da sottoporre ad EFSA, ma anche testare la cura che già funziona?

Sarebbe interessante conoscere le risposte alle seguenti domande da parte del Ministro Martina e del Presidente Vendola:

1) sulla base di quali test di patogenicità siete convinti che il disseccamento degli ulivi sia prodotto dalla Xylella?

2) perché gli agricoltori che da più di un anno curano con efficacia gli alberi colpiti non vengono ascoltati?

3) perché non vengono presi in considerazione i numerosi studi scientifici italiani ed internazionali che evidenziano, in linea con l’EFSA, che esistono tipi di funghi riscontrati sulle piante malate che potrebbero essere la causa prima del disseccamento degli alberi?

4) perché l’azione del Governo e della Regione si concentra non sulla ricerca della causa della malattia ma sull’obiettivo dell’abbattimento e sulla richiesta di indennizzi all’Unione Europea? E questo nonostante la dichiarazione dell’EFSA sull’incertezza dell’eziologia della malattia?


FINANZIAMENTI? A CHI? I finanziamenti mirati della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che le grandi centrali sindacali agricole stanno richiedendo e sono in procinto di compiere, saranno prima o poi svelate al consesso europeo, che si guarderà bene dal dispensare soldi facili. Se l'impreparazione dei politici europei, che qualche voce isolata in rete comincia a considerare connivenza, dovesse comunque far giungere milioni in Salento, ad avvantaggiarsene sarebbero soltanto i magnati degli ulivi con quote da 50, 60, 70 mila alberi e che occupano saldamente le poltrone delle confederazioni. I piccoli saranno tagliati fuori

INDUSTRIALIZZAZIONE DELL'AGRICOLTURA? UN PROCESSO GIA' IN ATTO. Vengono prese decisioni così radicali sulla base di poco più di nulla, decisioni le cui conseguenze potrebbero essere devastanti su diversi piani e per centinaia di anni. Un ecosistema finirebbe, un’intera Regione verrebbe sfigurata e trasformata in una landa industriale competitiva e senza identità. Si vocifera, ma le voci sono di corridoio e non ufficiali, che ci potrebbe essere in preparazione un appalto o una concessione per il trapianto di olivi geneticamente modificati. Gli olivi hanno un sistema di impollinazione anemogama, per mezzo del VENTO. Se ciò si attuasse, il polline degli olivi OGM potrebbe fecondare fiori degli olivi naturali, contaminandoli.



VIE PERCORRIBILI E SOLUZIONI AGRONOMICHE
Tredici aziende agricole coordinate da coopagri, avviano la sperimentazione Salva olivi in cooperazione con l'università di Foggia e del Salento vedi https://www.youtube.com/watch?v=A8G-Jz_IOfI&feature=share Una lodevole niziativa spontanea. Resta la necessità di impegnare l' U.E. su un vasto programma di ricerca e sperimentazione, aggiornamento e formazione, aperto al confronto con esperienze di base. Resta la necessità di rivedere/contenere le misure di eradicazione delle piante infette e il controllo chimico dei vettori.

La soluzione è nell'uso dei fungicidi rameici gli anticrittogamici a base di rame verde rame e calce...così si è sempre fatto. Pertanto il problema si potrebbe risolvere in economia dalle aziende a conduzione familiare. Vedi qui https://www.youtube.com/watch?v=hhJXlX9pas4 vedi qui la documentazione degli ulivi trattati con cure naturali del 19 marzo 2015alla zona chiamata "la Castellana"- "Li Sauli". Questi alberi 2 anni fa erano disseccati. Siamo nella zona d'insediamento del batterio, definita cimitero degli ulivi. Per scopi dimostrativi in un campo sono stati curati solo alcuni alberi e le differenze sono evidenti. https://www.youtube.com/watch?v=eBsy1AKWsAU

Alla potatura stagionale va accompagnata l'eliminazione del fracido dai vecchi tronchi e la la crescita di nuove ramificazione che sostituiscono le vecchie... In questo video si evidenzia l'eliminazione del fraccido e la tecnica per crescere nuove ramificazioni che sostituiscono le vecchie per una migliore fruttificazione e per la salubrità dell'albero.... https://www.youtube.com/watch?v=O8IVnOvuUV8

 

Parallelamente si deve sviluppare la ricerca dei rimedi curativi, o perlomeno che favoriscano la limitazione della diffusione dei patogeni, come successo già per altre problematiche causate da funghi come il mal dell'esca nella vite, problema ora contenuto sia da trattamenti disinfettanti a base di zolfo, sia dall'immissione di due antagonisti, due tricoderma, che agiscono per competizione a livello dei siti d'infezione nei confronti dei funghi.




NUOVA OCCUPAZIONE
Se venissero potati gli alberi di ulivi pieni di "fracido" oltre a impiegare molta mano d'opera disoccupata del settore si recupererebbe anche la loro salubrità https://www.youtube.com/watch?v=l2DgFF27Ttk da 3:18 a 4:35

In sostanza i finanziamenti potrebbero essere utili, se indirizzati a nuova occupazione, alla ricerca, alla documentazione delle pratiche in atto, alla documentazione scientifica sui patogeni atta a comprendere se la Xylella fastidiosa abbia una azione primaria o secondaria, e se l'azione dei funghi presenti abbiano azione primaria o secondaria.


Xylella, 450 ulivi germogliano dopo un anno di cure tradizionali e bio. Scienziati: “Interessante, ma serve cautela”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/09/xylella-450-ulivi-germogliano-dopo-un-anno-di-cure-tradizionali-e-bio-scienziati-interessante-ma-serve-cautela/2108300/


Agricoltori in rivolta
http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/10/21/news/xylella-125556749/


Olio extra vergine d'oliva, quali le penalizzazioni per la filiera?
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/25/olio-extravergine-la-filiera-che-penalizza-chi-punta-sulla-qualita/2251090/

Disseccanti uccidono gli ulivi:
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/09/lallarme-degli-esperti-luso-dei-disseccanti-chimici-uccide-gli-ulivi/

Xilella: sequestrati tutti gli olivi da abbattere:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/18/xylella-sequestrati-tutti-gli-ulivi-da-abbattere-10-indagati-ce-anche-commissario-silletti/2317258/

 Olivi secolari: monumenti italiani
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1655442151391432&set=gm.707759615990298&type=3&theater

Olivi secolari: la bellezza dei segni del tempo
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